Il villaggio autentico
Il villaggio autentico

È un villaggio medievale, pittoresco, raggomitolato su se stesso, che si eleva sul contrafforte della collina di Paillas, nel cuore della natura.

Saperne di più

Le tracce del passato

LA PORTA SARACENA

Ha conservato il suo aspetto originale. Dall’interno, si distinguono ancora la guida di scorrimento della saracinesca e i cardini installati nel 1792 per chiudere la porta attraverso due battenti. Dall’esterno, si scorgono due bracci di pietra che servivano per sorreggere una torre di vedetta (garitta di guarda situata spesso al di sopra di una porta).

LE ANTICHE PRIGIONI

Nella strada che scende dal campanile e costeggia le mura. Furono costruite sotto Napoleone III, in uno stile così arabeggiante che la tradizione stabilì poco a poco che si trattava in origine di un hammam costruito dai saraceni.

CAPPELLA DI SANT’ANNA

Chiamata anche cappella dei Penitenti, è l’unica delle quattro cappelle possedute da Ramatuelle ad essere stata risparmiata. Costruita nel XVI secolo, per lungo tempo sconsacrata, fu restaurata durante gli anni ’60. Un servizio religioso vi viene celebrato per la festa di Sant’Anna, il 26 luglio.

LA CHIESA NOTRE DAME


La chiesa parrocchiale di Ramatuelle è addossata alle antiche mura che circondavano il villaggio.

Alla fine del XVI secolo, la chiesa parrocchiale di Ramatuelle fu distrutta in seguito alle Guerre di religione. I consoli della comunità decisero allora di ricostruirla senza chiederne l’autorizzazione al vescovo della diocesi o al priore. Questo nuovo luogo di culto edificato intorno all’anno 1582 fu addossato al bastione che cingeva il villaggio per fare economia della costruzione di un muro. Ma, nei decenni che seguirono, gli abitanti di Ramatuelle furono costretti ad inviare numerose lagnanze al vescovo di Fréjus, perchà il priore si rifiutava di pagare la sua quota dei lavori. La copertura non essendo finita, col brutto tempo pioveva nella chiesa e ci impediva la celebrazione del “culto divino.” è solamente ai primi anni del XVII secolo che questa chiesa fu finita collàapertura della grande porta datata 1620. Questa entrata è ornata di un ricco portale in serpentinite, più comunemente chiamata serpentina, porfiro verde di cui si son estratti i blocchi in una cava del quartiere Carrade a Cavalaire. Parecchi indizi lasciano supporre che la chiesa era all’origine disposta in senso opposto.

L’altare maggiore doveva dunque trovarsi al posto dell’attuale porta di entrata (si vedeno ancora ai lati le piccole nicchie di evacuazione delle acque di servizio dell’altare). La sagrestia attuale non esisteva ed il suo posto era occupato da una tribuna aperta sulla volta della chiesa e dominata da un grande asse di pietra visibile ancora al di sotto della sagrestia. L’occhio di bue che si apre sulla via del campanile illuminava allora l’interno della chiesa.Il campanile porta la traccia di una delle quattro torri di guardia attestate nel XIV secolo e che facevano parte della cinta fortificata. La sala delle guardie è stata conservata ed una parte del cammino di ronda corre lungo il tetto della chiesa. Queste torri erano indispensabili alla popolazione perchà permettevano di vedere i numerosi pericoli che venivano dal mare, o dalla pianura : i pirati barbareschi, soldati ed invasori di ogni tipo dei quali ci si tentava in tal modo di premunire.

La parte laterale sinistra della chiesa corrisponde al muro del vecchio bastione e comprende quattro archi. Il secondo arco conserva una vetrina blindata che presenta 3 santoni : San Giuseppe e la Madonna, XVI secolo) classificati a titolo di Monumenti storici ed un Bambin Gesù offerto dall’attore Jean-Claude BRIALY (1933 -2007) che ha risieduto a Ramatuelle. Nel terzo arco, si puù vedere il busto reliquiario di santà Andrea che divenne il patrono della parrocchia. Secondo la tradizione, Santà Andrea fu crocifisso a Patras (in Grecia, nel Peloponneso) nell’anno 60. Sarebbe stato martirizzato su una croce a bracci uguali detti poi, croce di santà Andrea. I busti reliquiari di San Tropez e Santa Maxime fiancheggiano quello di Santà Andrea. Il coro rinchiude una magnifica pala d’altare del XVII secolo (classificata), con una rappresentazione di Santà Andraea. Lo scenario dipinto sulla volta del XIX secolo è stato restaurato recentemente. Alcuni lavori hanno rivelato l’esistenza di scenari dipinti nel XVII secolo sui muri che sostengono la volta del coro. Il muro di destra ne propone una restituzione. A destra dell’entrata una placca commemora la memoria degli equipaggi di quattro sottomarini : il SM 2326, il Sybille, la Minerva, l’Eurydice, scomparsi al largo del capo Camarat di 1946 a 1970.

Consulta il nostro opuscolo